LA SINTONIZZAZIONE PRIMARIA

 UN BISOGNO FONDAMENTALE DELL’INFANZIA E DELL’ETA’ ADULTA

di Alessandra Marino

Il bambino, alla nascita, non ha ancora completato il suo sviluppo per la prosintonizzazione primariapria sopravvivenza, come invece accade in altre specie animali, in cui i cuccioli possono sopravvivere anche se separati alla nascita della madre. Per questo la creatura umana ha  assoluto bisogno di venire accolta da qualcuno che svolga per lei una funzione di mediazione con il mondo esterno, Il neonato, come sostiene il grande psicologo Winnicott, ha bisogno di essere sostenuto, toccato con amore e deve essere avvicinato agli oggetti attraverso l’esperienza dell’adulto caregiver  per poter iniziare a conoscere il mondo. La sintonizzazione emotiva rappresenta quel nido caldo dove essere accolti e fare esperienza della propria esistenza. Essere riconosciuti, ascoltati, e compresi permette, infatti di costruire la base sicura per una crescita sana. Per fare questo l’adulto deve riuscire ad incontrare empaticamente i bisogni del neonato, quindi è necessario mettersi in un’attitudine di ascolto, attenzione e pazienza, piuttosto che il solo “fare” tutte le attività di cura della madre.  Entrare in un contatto profondo con un altro essere, la capacità di sintonizzazione appunto, è infatti fin dalla nascita uno dei maggiori piaceri profondi dell’essere umano che ci fa sentire appagati. L’esperienza di una buona sintonizzazione emotiva  è fonte di fiducia nella bontà di se stessi, del mondo e delle relazioni. Ma come è vero questo, è vero anche il contrario e cioè che l’assenza o insufficienza di questa sintonizzazione porta il bambino a sperimentare quello che lo psicologo Bowlby, definiva uno stile di attaccamento insicuro e la sua percezione sarà quella di una maggiore precarietà delle relazioni e percepire il mondo come minaccioso. Nella vita adulta ognuno porta con sé questo vissuto originario e spesso molti contesti si riattivano i bisogni primari di essere capiti sostenuti e aiutati, ad esempio tutte le volte che il nostro contesto ambientale cambia e si devono creare nuovi reti di relazioni, accordi e abitudini.

Il ruolo degli eventi psicosociali stressanti o “life events”, possono portare ad una sindrome da stress che può influire, anche solo temporaneamente sulla qualità di vita dell’individuo. D’altra parte sarebbe difficile immaginare che l’uomo, vivendo in un contesto sociale con il quale interagisce e con il quale stabilisce legami affettivi, possa passare indenne attraverso a tutte le modificazioni, a tutti i cambiamenti, traumatici e non, ai quali va incontro nell’ambiente sociale. Questi eventi, che possono rappresentare anche naturali evoluzioni del ciclo di vita, come matrimonio, separazione, cambio di lavoro, trasloco, sono momenti estremamente delicati che vanno gestiti con cura e consapevolezza e se necessariotrasloco ricorrere ad una rete di supporto e contenimento specifico per superare il momento critico. Infatti la “sintonizzazione primaria” ripropone in modo radicale il tema della fiducia verso il mondo esterno. Conoscere questo funzionamento in noi stessi e riconoscerlo negli altri è importante: permette di ricordare che siamo tutti vulnerabili, e suggerisce possibili strategie per ricreare legami sociali e personali nei momenti di stress. In questi casi la presenza di un “mediatore” tra l’individuo e il mondo esterno è particolarmente utile sia nei confronti del mondo esteriore che di quello mondo intrapsichico dell’individuo.

Non a caso negli ultimi anni stanno sorgendo moltissime agenzie di servizi che si propongono di sintonizzarsi sul bisogni dell’individuo per “risolverli” nel mondo esterno.

Ma è importante anche non dimenticare l’importanza della corretta gestione delle emozioni interne ed esterne e quindi ricordarsi che la figura dello psicologo, specialista nella comunicazione, può fornire anche con poche consulenze (fruibili anche a distanza) un fondamentale rafforzamento della propria forza di  identità in momenti di importanti cambiamenti evolutivi.

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